Chissà perché hanno deciso di fare una trasmissione televisiva in cui si va a mangiare in trattoria con i camionisti e non, che so io, con il tuo pneumologo di fiducia, con l’avvocato, con la tua parrucchiera, con il parroco del paese… Deve essere quella storia per la quale i camionisti si fermano solo in posti dove “si mangia bene”. Beh. A giudicare dalle trattorie pubblicizzate nel programma, come non essere d’accordo? Ci andrei anch’io!
Dunque, eccoci qua. A pranzo con un camionista. Fin qui niente di male. Fino alla scelta del menù. La cameriera, sorridente, propone una serie di piatti allettanti e, soprattutto, abbondanti. Lo chef conduttore del programma ironizza sul mettere a dura prova l’apparato gastrointestinale, sui fiumi di burro utilizzati per cucinare, sulle quantità enormi di cibo proposto. Dall’altra parte, il camionista in questione mangia di gusto, affermando che “un camionista senza pancia è come un ufficiale senza divisa”, e provoca il suo commensale (fintamente) in difficoltà davanti ad un dolce, con un divertito “se non lo finisci sei un debole”. A questo punto, mi chiedo “ma ci sono o ci fanno?”.
Ci sono diversi messaggi che proprio non mando giù. Il mangiare in maniera spropositata e sostenere che lo si faccia in virtù della propria professione, ad esempio. La sfida a chi mangia di più, come se mangiare così tanto fosse segno di forza. Reputo fuori luogo, inoltre, prendere un camionista in sovrappeso e farlo abbuffare in quel modo davanti alle telecamere, avallando così un’immagine distorta della categoria in questione, e non tenendo conto della reale difficoltà di coloro che, fuori da un contesto di spettacolo, si trovano quotidianamente ad affrontare difficoltà organizzative nella scelta di pasti equilibrati, dovendo mangiare sempre fuori. Esigenze di spettacolo? Nessuna giustificazione. L’obesità non è spettacolo. È una patologia, un fattore di rischio cardiovascolare, un problema serio. Quel camionista, pagato per mangiare in quel modo osceno (non trovo un’altra parola per descriverlo), sa che fa un danno alla sua salute? Tu, ideatore di un programma tv del genere, sai che stai giocando con la salute delle persone e stai lanciando un messaggio diseducativo a chi guarda da casa?
Molti camionisti sono in sovrappeso, a causa del loro lavoro, della sedentarietà alla quale porta, delle loro scelte alimentari molto spesso sbagliate, della difficoltà ad organizzare pasti sani. Andrebbero aiutati, non messi in vetrina a sbandierare uno stile di vita sbagliato, orgogliosi e fieri del loro sovrappeso. Non tralasciando un altro punto importante: io, camionista, davvero mi identifico con l’immagine trasmessa? Mi piacerebbe sentire il parere di chi lavora in questo settore, ma non ha telecamere da guardare e copioni da seguire. Forse se ne ricaverebbe una testimonianza più autentica, forse si evidenzierebbero le reali difficoltà di chi lavora come camionista, e sono sicura che ognuno avrebbe una storia diversa da raccontare. Per fortuna.
Per quello che riguarda chef e trattorie, credo avrebbero potuto trovare un modo più delicato di farsi pubblicità, piuttosto che giocare con i camionisti in sovrappeso, sminuendo sia la categoria degli stessi (non tutti i camionisti mangiano in quel modo), sia il problema dell’obesità.